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mercoledì 27 febbraio 2008

Le voci dell'acqua


Mantengo le buone tradizioni, come potete vedere...praticamente negli ultimi venti post questa foto è apparsa 300 volte!
Comunque per chi fosse interessato, o così sfortunato da capitare sul mio blog, ecco pubblicato il discorso che dovrei fare domani all'orale di Pedagogia della Musica. E speriamo che l'esame vada bene e che il prof sia in luna buona e non mi interrompa!!



INTRODUZIONE
Ci tengo a dirle che “Il paesaggio sonoro” mi ha veramente aperto gli occhi, anzi le orecchie: non riesco più a condividere con il mio paesaggio acustico il senso di fiducia che avevo prima. per vivendo un paese di 4500 abitanti, mi trovo a ripudiare le sonorità che mi circondano.
Certamente lo scopo dell’analisi schaferiana è questo: farci capire quanto sia lo-fi il mondo in cui oggi viviamo. Il libro dapprima compie l’analisi approfondita del paesaggio sonoro, confrontando il passato hi-fi col presente sempre più lo-fi della post-industrializzazione. In seconda istanza si occupa di analizzare la percezione uditiva per poi fare delle considerazioni sulla figura del “designer acustico”, un nuovo studioso ambientale il cui vero compito sarà occuparsi della restaurazione di un paesaggio sonoro ormai degradato.
Schafer ha colto il mio maggior interesse toccando l’argomento dei suoni naturali, e mi piacerebbe parlare dello specifico della sua analisi, da me integrata, delle voci dell’acqua.

MARE: SUONO DELLE ORIGINI
Schafer emoziona il mio vissuto scolastico fortemente umanistico parlando in primo luogo dei miti greci della creazione dell’uomo, secondo i quali l’essere umano sia sorto dalle acque. L’idea può essere ricollegata al legame ancestrale col dolce suono del liquido amniotico, il primo a cullare il feto nell’utero genitore. Sono dei suoni che ci riportano allo sciabordio del mare, un archetipo sonoro innato dentro di noi. Il mare è dunque il paesaggio sonoro delle origini; l’uomo non può fuggire al suo richiamo, ognuno di noi ama il suono del mare. È un suono che fonde in un’unità primordiale molti suoni differenti. L’amore per il mare ha radice profonde, radicate anche nella nostra cultura letteraria. Pensiamo all’Odissea, alle numerose poesie dei poeti marini come Ezra Pound. Amiamo l’acqua in ogni sua veste: come mare, come fiume, come cascata, ruscello, e come pioggia.
La pioggia in particolare crea degli effetti sonori incredibili, dato che non esistono 2 gocce d’acqua che abbiano il medesimo suono.

SIMBOLISMO DELL’ACQUA
Cosa ci attira così fortemente nel mare? Da dove scaturisce questo forte legame con i suoni dell’acqua? Schafer ce lo spiega bene nel capitolo del Simbolismo. Ogni suono ha un forte significato simbolico, che va a sollecitare delle reazioni emotive diverse in ogni persona.
L’acqua è insieme generatrice e distruttrice. È l’elemento da cui nasce la vita, ma anche quello che può donare la morte. È simbolo di eternità per ilciclo delle maree, per il flusso continuo delle onde. Ma è anche simbolo di cambiamento! Eraclito diceva “panta rhei” per indicare che tutto scorre, tutto diviene. E fondava la sua teoria convincendoci che nessuno può bagnarsi due volte nella stessa acqua. Ma il mare è anche simbolo di reincarnazione: con la sua legge della conservazione dell’energia, l’acqua non muore mai. Si conserva in un ciclo senza fine che riconduce sempre al mare.
Ma l’altro grande significato del mare è quello del mare violento: forza distruttrice e punitiva. La collera dell’acqua ha effetti devastanti sull’uomo, e forse non a caso la più grande punizione divina è rappresentata in molte culture dal diluvio. Nel cristianesimo, nell’epopea di Ghilgames, in quella di Ut-napishtim, nella storia di Deucalione e Pirra puniti da Zeus…
Il mare è anche luogo di scelta e di avvenimenti decisivi: Ulisse raccolse le proprie glorie e la sua grande sconfitta in mare, come ci narra Dante nell’Inferno.
Non è un caso che i Greci conoscessero questa dualità del mare: essi si esprimevano col termine PONTO per indicare il mare conosciuto e navigabile, e con OCEANO per quello misterioso e tempestoso.

ACQUA E MUSICA
Dunque molte sono le simbologie e i significati attribuiti all’acqua nella cultura, nella religione e nelle rappresentazioni artistiche di ogni popolo. Ma che relazione ha l’acqua con la musica? Nel linguaggio comune il FLUIRE appartiene ad entrambe, poiché simboli e manifestazioni del procedere del tempo. E l’acqua, nelle sue forme, è espressione della creazione infinita: nel suo incessante mutare, rimane sempre se stessa.
L’acqua produce un immenso numero di suoni: l’infrangersi delle onde, il ticchettio della pioggia, il gorgoglio del ruscello…

Molti musicisti si sono ispirati al suono dell’acqua per le loro composizioni, sia per gli stimoli uditivi, sia per le risonanze emotive che essi provocavano nel loro sentire musicale. Pensiamo al valzer del Bel Danubio Blu di Strauss, alla Moldava di Smetana, alle Musiche sull’acqua di Handel. Claude Debussy, con il suo LA MER, traduce in musica il fascino del mare.

Ma anche nella musica moderna contemporanea molti autori si sono fatti ispirare dalla musicalità dell’acqua.
- Primo fra tutti penso a Fabrizio de Andre’, ultimo grande poeta della musica italiana. Moltissimi sono i riferimenti all’acqua nelle sue canzoni: in UN CHIMICO dice: “Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare, guardate l'ossigeno al suo fianco dormire”, dimostrandoci come gli elementi vadano ad unirsi nell’acqua in un silenzioso gioco scientifico, eppure riescono poi a creare un fenomeno naturale incredibile. Oppure in FIUME SAND CREEK il fiume diventa partecipe involontario del triste massacro degli indiani cheyenne ad opera del generale Custer. I generale i tutta la discografia di de Andre’ sono spesso presenti i temi del mare e dei marinai, come succede nell’album CREUZA DE MA.
- Ma anche altri autori meno risonanti hanno parlato del mare, spesso anche sottolineandone la forza brutale. I Coldplay, nella canzone “Clocks” fanno risaltare come il mare sia elemento pericoloso e allo stesso tempo simbolo del trascorrere del tempo. Il protagonista della canzone infatti si ritrova a “lottare contro le onde” che lo costringono in ginocchio; le stesse onde che gli ricordano le opportunità che ha perso nella sua vita.
- La classica IL MARE D’INVERNO di Loredana Berté potrebbe essere considerata banale in una lettura, ma il testo sottolinea come il mare d’inverno sia una cosa evitata dall’uomo moderno, che ama invece il calore estivo delle radio sulla spiaggia e dell’abbronzatura. Il mare d’inverno ci può invece riavvicinare al vero significato del mare, con le nuvole in cielo e le parabole dei gabbiani.
- Un altro artista italiano come Lucio Dalla scrive COME E’ PROFONDO IL MARE e racconta una serie di eventi ricollegandosi sempre alla profondità di questo elemento. Nella sua canzone le seguenti citazioni: “il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare”. Sono allusioni alla forza del mare, alla sua violenza. Dunque mi viene da pensare al proverbio “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”: come sempre la saggezza popolare esplicava con semplici parole situazioni veritiere, dato che il mare è il vero ostacolo dell’uomo, viene paragonato alla barriera che si trova fra il dire e il fare.
- Anche i Beach Boys nella canzone LONELY SEA fanno notare come il mare sia incontrollabile: “il mare solitario non si ferma mai per me o per te, continua a muoversi giorno dopo giorno”. Non è schiavo dell’uomo, ma è ad egli superiore per la sua eternità.
- L’altro grande poeta italiano, Franco Battiato, scrive in Summer On A Solitary Beach “Mare mare mare voglio annegare, portami lontano a naufragare, via via via da queste sponde, portami lontano sulle onde”. È il desiderio inconscio di ogni uomo di farsi travolgere dai suoni del mare, di allontanarsi dalla terra ormai caotica.
- Canzone meravigliosa e dalle sonorità dolcissime è NIGHTSWIMMING dei REM: parla di un uomo che decide di fare un bagno notturno e da tutto ciò scaturiscono una serie di pensieri in merito all’acqua. La seconda strofa è esemplificativa del cambiamento di considerazione nei confronti del mare: “Non credo che tutte queste persone capiscano, non è come anni fa con la paura di essere afferrato, la noncuranza e l’acqua. Queste cose se ne vanno, rimpiazzate di giorno in giorno”.
- Ma anche ne LA CANZONE DELL’ACQUA di Eugenio Finardi c’è una bella descrizione delle potenzialità dell’acqua: “Vorrei essere come l’acqua che si lascia andare, che scivola su tutto, che si fa assorbire, che supera ogni ostacolo finchè non raggiunge il mare. E li si ferma a meditare per scegliere se esser ghiaccio o vapore, se fermarsi o ricominciare”. Quale descrizione migliore per un elemento che può cambiare la propria natura ed ha una forza incontrastabile?
- Anche i Beatles scrivono una canzone dedicata alla pioggia: RAIN, forse la loro più celebre b-side. E questa canzone parla della paura che l’uomo moderno ha della pioggia: si chiude in casa aspettando che torni il sole. Ormai non esiste più il legame con le piogge, che in passato erano portatrice di buone notizie perché significavano la maturazione dei raccolti. L’unico momento in cui le citiamo? In estate, quando non arrivano più a causa dei cambiamenti climatici. Ma quando piove con il sole, si crea il fenomeno più bello della natura: l’arcobaleno…E non sappiamo apprezzare più nemmeno quello.
- E come non citare la canzone LE ONDE del pianista Ludovico Einaudi, che richiama egregiamente il flusso continuo dell’infrangersi delle onde…
E’ solo un elenco scarno, potremmo creare un archivio immenso di citazioni dell’acqua in musica…

MARE: SUONI DELLE CREATURE MARINE
Il mare ci offre molti suoni anche grazie alle creature marine che vi abitano: vi sono certi pesci che digrignano o sbattono i denti, altri che producono suono espellendo gas o facendo vibrare la vescica natatoria. Nell’immaginario collettivo è il canto delle balene a rimanere il più affascinante, forse per l’implicazione dovuta alla triste sorte di questi animali, o forse per la sua straordinaria bellezza. È un canto che ci riporta a quel legame lontano ed atavico con il mare. Mi ricordo addirittura di una pubblicità di qualche anno fa in cui erano stati presi i canti delle balene in diverse tonalità in modo da comporre la canzone “Con te partirò” di Bocelli.

L’UOMO SI ALLONTANA DAL MARE
La cosa più triste è notare come l’uomo moderno si stia allontanando dal mare. Ormai questo elemento è visto solo come luogo in cui gettare i rifiuti o come spazio per la villeggiatura, dove trovare un breve sollievo dal caos cittadino. Ma quando sono al mare noto che nessuno si sofferma mai ad ascoltare il suono delle onde. Nei film vediamo sempre scene di personaggi che si muovono sulla spiaggia quando hanno bisogno di pensare e ritrovare un po’ di pace. Ma nella realtà questa connotazione non esiste. Il mare è solo un idillio sonoro, tutti gli uomini vorrebbero vivere ad esso vicino solo per avere un po’ di pace dal continuo frastuono della città. Il mare ha perso anche la sua connotazione negativa, e così anche parte del suo fascino.

Il mare è ormai una meta per le vacanze, atta ad arricchire le compagnie turistiche. E schafer ci fa notare anche come oggi queste stesse società sottolineino quali siano i posti da “vedere” e mai quelli da sentire. Eppure la prima cosa che dovremmo fare una volta arrivati in un luogo a noi nuovo, sarebbe lasciarci avvolgere da esso: odorarne aromi e profumi, ascoltarne i suoni e le voci. Non lasciarci appagare solo dalle bellezze visive.
Schafer sottolinea – con grande merito – l’importanza dell’ASCOLTO. In una società dominata dalla vista, dovremmo ritrovare quella comunione con l’udito. Come possiamo comprendere i suoni di un paesaggio senza ascoltarli?

LE FOTO E IL NON SENTIRE






Queste foto ritraggono l’acqua nei suoi molteplici stati: mare, ghiaccio, pioggia. Sono immagini stupende, ed accattivanti. Eppure cosa notiamo quando le osserviamo? Possiamo solo comprendere la bellezza di un elemento naturale che è fatto per essere ascoltato. Ci illudiamo di poterne sentire il suono dolce o violento, eppure non è così. Ci appelliamo ai nostri ricordi, alle nostre esperienze sonore, ma niente può evocare il vero suono di un paesaggio. L’unico modo è sentirlo e viverlo di persona.

Certo l’uomo moderno sa bene come immagazzinare ogni suono della natura. Nei nostri ambienti chiusi e asettici vengono ricreati i suoni dell’acqua o del vento tramite fontane e condizionatori. Ma queste trasformazioni stanno rovinando la simbologia di questi archetipi, passati dall’essere misteriosi e affascinanti ad una simbologia povera e scarna.
Così come l’uomo si illudeva che poggiando una conchiglia vicino all’orecchio si potesse sentire il mare, si illude anche di poter fare a meno del suo suono riproducendolo tramite registrazioni fittizie.

GIARDINI SONIFERI
Ultimo punto: è interessante scoprire le possibilità di sfruttamento delle risorse naturali da parte del designer acustico. Schafer cita un progetto particolare, quello dei “GIARDINI SONIFERI”, ossia parchi pubblici in cui poter riassaporare i veri suoni naturali. E in questi luoghi si potrebbero creare dei bellissimi giochi d’acqua, sfruttando la gamma immensa di suoni da essa prodotti, anche solo cadendo su superfici e materiali differenti. E così nessuna goccia avrebbe il medesimo suono!

La mia analisi è stata monopolizzata dai suoni del mare perché lo amo. E ora capisco anche il suo immenso potenziale sonoro. Ricordo un cd che mi capitò di ascoltare in cui l’autore aveva fatto accompagnare il Canone di Pachelbel da una cornice di suoni d’acqua. Un ascolto simile in cuffia ci riporterebbe alla conciliazione con noi stessi. Il mare e la musica, l’uomo e la natura.
Perché non cogliere l’idea di Schafer e organizzare degli itinerari acustici per riscoprire questi elementi naturali? Sarebbero positivi sia per le società turistiche che per l’uomo, che sarebbe finalmente capace di ritrovare un po’ l’ascolto vero.

L’unico vero approccio moderno che ci ricollega un po’ alle sonorità marine, è dato dal nuovo modo di ascoltare musica: l’ascoltatore oggi si trova al centro del suono e ne viene inondato qualunque volta accenda un impianto stereo. È un suono che ci circonda come ci inondavano le profondità marine dell’antichità. È l’ascolto di immersione, non solo di concentrazione. Un ascolto che possiamo trovare solo nel grembo oceanico. A cui dobbiamo fare ritorno.


domenica 24 febbraio 2008

I knew I loved you before I met you

Lo so che ti ho detto che avrei iniziato a scrivere il discorso per l'esame. E forse ora lo farò...

Lo so che dovrei essere a letto a dormire per cercare di alzarmi domani mattina e studiare già di buon'ora.

So anche di non essere stata il massimo della compagnia oggi, ma del resto purtroppo non stavo bene.

So che odi il mio sfogarmi tipico della domenica, quando ti urlo addosso ogni volta che guardiamo una partita di calcio insieme.

So che sei stanco di dover sempre fare avanti e indietro da casa per venire da me.

Però non posso farci niente se ho voglia di gridare al mondo quanto ti amo.
Sei la mia ancora di salvezza, Amore. Quando sei con me ogni cosa sembra affrontabile. Non ho paura di niente e sento di essere invincibile. Il mondo che c'è intorno a noi non mi fa alcun male.
Quando mi coccoli e mi fai sentire importante, in quei momenti in cui non sto bene o mi sento scoraggiata, hai la capacità di calmarmi e farmi sentire importante. Mi rendi orgogliosa di essere me stessa, e sembra incredibile che proprio con una persona come te io possa trovare la mia completezza. Ti amo amore mio, e questa è un'ode alla tua fantastica persona.


sabato 23 febbraio 2008

Profondo e Blu

Un anticipo sull'argomento che porterò all'esame di Pedagogia della Musica.

E speriamo che al professore piaccia...

martedì 19 febbraio 2008

Hi hi...


C'è proprio da introdurre il post con una risata ragazzi...
Ho passato l'esame di Malcangi con un bellissimo 21!!
A dire il vero io credo che sia un po' rinco perché dovrebbe essere un 18 a conti fatti e a risposte corrette, ma vedremo quando andrò a "ratificare".

Ora devo solo decidere se tenerlo - come avevo promesso nel caso in cui avessi preso più di 20 - o se davvero aspettare e provare a ridarlo.
Ma con che garanzie poi? Magari mi va peggio. Magari mi va anche meglio, certo...
Ma è un esame talmente fuffa che davvero inizio ad essere stufa di averci a che fare. Questo mi permetterebbe di chiudere per sempre la parentesi Mario Natalino Malcangi.

Quindi credo davvero che lo accetterò...E anche con molto gusto!! :-)

Ci sentiamo a breve per post più succulenti...

martedì 12 febbraio 2008

Preparando Malcangi

Beh...continuiamo col mio classico luckystar, dato che finora ha portato bene...
Anche se stavolta non sono molto convinta dell'esito dell'esame...Sarà un po' come la tua informatica Shipu, continuerò a darla finché non m'andrà bene una volta!!:-P

Comunque dopo quest'ennesima prova non potrò riposarmi: altri 15 giorni per preparare come si deve Pedagogia e poi un paio di settimane per cercare di preparare Psicofisiologia.
E poi?? Eh mica ho finito: un mese netto per approdare all'ultimo esame del periodo, Italiano il 18 aprile. Poi potrò finalmente stare calma fino a giugno...

Eh la vita dell'universitario è dura...Sempre in ballo a dare esami e mai un attimo di tempo per fare altro, che ne so...Andare allo stadio!! :-P

Comunque...Si fa quel che si può.


Post inutile, come sempre!!
Alla prossima...

lunedì 4 febbraio 2008

Afrodisiaco

L'odore del mare




Il profumo sulla pelle




Le cozze cucinate da mia madre





Clocks in sottofondo




Un gol da cineteca di Zlatan




Noel che canta The Masterplan dal vivo





Vedere il Giudizio Universale




Le parole "Sei l'amore della mia vita"



Prendere 30 all'esame di

Informatica applicata alla musica...


sabato 2 febbraio 2008

La vita in ogni respiro



"Il fiore perfetto è una cosa rara: se si trascorresse una vita a cercarlo, non sarebbe una vita sprecata..."
"Chi li ha mandati a ucciderti?"
"Sto scrivendo una poesia su un sogno che ho fatto:
Gli occhi della tigre sono come i miei, ma lei ha attraversato un mare profondo e agitato..."
"E' stato l'imperatore? Omura"
"Se l'imperatore vuole la mia morte...Non ha che da chiederlo..."
"E' stato Omura..."
"Ho qualche problema a finire la poesia. Sai suggerirmi un verso conclusivo?"
"Non sono uno scrittore..."
"Eppure...Hai scritto molte pagine da quando sei arrivato..."
"Cos'altro ti ha detto lei?"
"Che hai degli incubi..."
"Tutti i soldati hanno incubi..."
"Solo chi ha vergogna per quello che ha fatto."
"Tu non hai idea...di cosa ho fatto!"

"Tu hai visto molte cose"
"E' così..."
"E non temi la morte, ma anzi: qualche volta la desideri...Non è vero?"
"Sì..."
"Anche io. Capita a chi ha visto ciò che noi abbiamo visto. Allora...vengo in questo luogo insieme ai miei antenati...E mi torna un pensiero:

come questi germogli, stiamo tutti morendo.
Riconoscere la vita in ogni respiro,
in ogni tazza di tè...


...e ogni vita che togliamo...La via del guerriero..."
"La vita in ogni respiro..."
"Questo è...Bushido"
"Sì..."

"L'imperato ha concesso un passaggio sicuro fino a Tokyo. Partiamo domani"
"Bene..."
"Bene"

"Quando ti ho preso questi, tu eri...mio nemico"



I principi del Bushido:

ONESTA' E GIUSTIZIA

Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

EROICO CORAGGIO

Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

COMPASSIONE

L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.

GENTILE CORTESIA

I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.

COMPLETA SINCERITA'

Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.

ONORE

Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

DOVERE E LEALTA'

Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.