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martedì 23 gennaio 2007

Lo so...



Due donne su una nave nell’oceano.
In sottofondo un dolce sciabordio delle onde che si infrangono sulla prua.
Poco lontano un gruppo di delfini che giocano sul pelo dell’acqua.
Le due donne osservano lo spettacolo di un tramonto autunnale. Non hanno ancora capito bene cosa le abbia portate dove sono. Sanno soltanto che il viaggio sarà lungo.
Una di loro pensa al passato. Non può dimenticare. Ama pensare alla sua patria, alle avventure, alla danza, all’amore che deve trovare.
Una di loro pensa al futuro. Pensa alla sua paura di cambiare, alla sua paura di perdersi, al suo grande amore per la vita.
Ma entrambe hanno un pensiero comune.
Pensano alla loro esperienza, a tutto ciò che le ha condotte su quella nave senza meta.
Pensano al loro passato. Vi vedono costellazioni, musica, cori gospel, amicizie infrante, amori perduti, amici lontani, gente sui treni, professori seducenti, attori splendenti, ballerini favolosi, canzoni d’amore, giochi di società, bottiglie dal contenuto indimenticabile, viaggi in città d’arte meravigliose, pezzi di puzzle, corse sulla riva del mare, lezioni noiose, uomini sbagliati, amori ritrovati.
Un passato colmo di emozioni. Colmo di sensazionali esperienze che anche a viverle in mille vite non si riuscirebbero a compiere nuovamente. Esperienze di vita, esperienze felici, esperienze terribili.
Sono passate attraverso dolori e gioie incredibili. Attraverso delusioni e moti d’orgoglio, attraverso vita e morte, attraverso odio e amore.
Pensano al loro presente. Vi vedono corsi in città lontane, lavori tanto sospirati e poi magari lasciati, la ricerca di denaro, la forte presenza della materialità nella loro esistenza, la ricerca della felicità, la volontà di dimostrare qualcosa, la voglia di credere in se stesse.
Un presente colmo di emozioni. Colmo di sensazionali esperienze che anche viverle in mille vite non si riuscirebbero a compiere nuovamente. Esperienze di lontananza, esperienze nuove, esperienze che arricchiscono, esperienze che impoveriscono.
Passano attraverso dolori e gioie incredibili. Attraverso delusioni e moti d’orgoglio, attraverso vita e morte, attraverso odio e amore.
Pensano al loro futuro. Vi vedono case e bambini, amori eterni e amici vicini, viaggi in luoghi improbabili e visite ai vicini, di nuovo costellazioni e ballerini favolosi, di nuovo canzoni d’amore e corse sulla riva del mare.
Un futuro colmo di emozioni. Colmo di sensazionali esperienze che anche viverle in mille vite non si riuscirebbero a compiere nuovamente. Esperienze indimenticabili, esperienze travolgenti, esperienze che ricordano quelle passate ed esperienze che non c’entrano niente.
Passeranno attraverso dolori e gioie incredibili. Attraverso delusioni e moti d’orgoglio, attraverso vita e morte, attraverso odio e amore.

Le due donne si guardano e sanno a cosa stanno pensando. Sanno che tutto ciò a cui continuano senza sosta a pensare è anche tutto ciò che le ha spinte su questa nave.
Sanno che non c’è modo di cancellare il passato, anche se prima di partire hanno scritto dei nomi sulla sabbia. Sanno che le onde cancelleranno quei nomi dalla memoria del mondo, ma non dalla loro. Sanno che un bambino maldestro, correndo, avrà notato quei nomi ed avrà avuto la voglia di cancellarli prima che potesse farlo il mare. Sanno che però il bambino ha guardato oltre la riva, oltre l’oceano ed ha visto in lontananza una nave. E quel bambino ha capito subito che i nomi c’entrano con qualcuno che si trovava su quella nave.
Una nave che non fa ritorno, una nave per coloro che non possono tornare, una sorta di prigione per la mente.

Le due donne si guardano e inaspettatamente scoppiano a ridere.
Sanno entrambe che stanno pensando ad anni e anni prima. Stanno ricordando tutte le loro esperienze. Nonostante il loro vagare senza meta, il loro essere in quella selva oscura, loro sanno.
Ridono senza sosta e si tengono alla ringhiera della nave per non cadere.
Ridono continuamente e non riescono a smettere.
Non devono parlare, dopo tutti questi anni le due donne si capiscono al volo. Si conoscono, loro sanno.
Ridono a perdi fiato, ridono di gusto, ridono per non piangere.
Ridono perché sanno che la parte più dura deve ancora arrivare. Ridono perché sanno che arriveranno i momenti in cui non avranno più voglia né bisogno di ridere.
Ridono perché sono così giovani e così spaventate di ciò che le attende.
Ridono perché sanno.
Una delle due donne riesce all’improvviso a smettere. E’ molto rossa in volto e riprende ad osservare l’oceano davanti a sé. Una leggera brezza le smuove i lunghi capelli castani, il riflesso del sole le schiarisce i due occhi chiari.
L’altra la osserva e pensa che è cambiata molto in questi anni. Pensa che è diventata una donna matura, che non è più la bambina impaurita che ha conosciuto.
Purtroppo sa anche che questo non è del tutto merito suo. Sa che un’altra persona le è stata più vicina negli ultimi anni e che non si tratta di lei.
La donna dai capelli castani volge di nuovo lo sguardo verso l’amica. E’ colmo di ricordi, è sorridente, è fiero. È uno sguardo di perdono, di richiesta di perdono, di voglia di riscatto, di volontà di continuare il suo cammino.
Questa volta è la donna dai capelli neri a voltare lo sguardo verso l’infinito. È l’amica che l’osserva e pensa a quanto sia cambiata. E’ l’amica che pensa che è diventata un donna matura, che non è più la bambina impaurita che ha conosciuto.
E sa anche lei che non è del tutto merito suo. Sa che un’altra persona le è stata più vicina negli ultimi anni e sa che non si tratta di lei.
La donna dai capelli neri volge di nuovo lo sguardo verso l’amica. E’ colmo di ricordi, è sorridente, è fiero. È uno sguardo di perdono, di richiesta di perdono, di voglia di riscatto, di volontà di continuare il suo cammino.

Ormai è giunto il tramonto. Il sole sembra affondare nel mare, tanto è perfetta e retta la linea dell’orizzonte. Le stelle cominciano a fare la loro comparsa nella tavolozza rossiccia che è il cielo in quel momento. E le due donne si chiedono se quel bambino maldestro sia tornato a casa con i suoi genitori o sia ancora sulla riva ad aspettare.
Non sanno cosa.
Solo ad aspettare.
Forse il ritorno della nave, forse il ritorno delle due donne che hanno scritto quei nomi sulla sabbia.

Ma le due donne non torneranno. Il loro viaggio è di andata soltanto.
Pensando al loro passato le due donne sanno che si tratta di “un viaggio su un treno di dannati”.
Sanno che non potranno tornare indietro, come sanno che non vorranno tornare indietro.

Ormai la sera è giunta. Del sole non vi è più traccia, non vi è più segno nemmeno sulla superficie dell’acqua, dove pochi istanti prima albergavano scintille dorate.
Le due donne stanno ancora assaporando la brezza. Stanno ancora cercando di capire come mai si trovano lì.
E tutt’a un tratto è la donna dai capelli neri a parlare.
“Io lo so…”
“Cosa?”
“Perché ci troviamo qui.”
“Mi verrebbe da risponderti: Perché esistiamo.”
“Esattamente. Ma io e te siamo qui sole. Pensiamo al passato e al presente. Immaginiamo il futuro. In fondo non lo conosciamo e sappiamo entrambe che ne abbiamo paura. Ma c’è un’altra cosa che sappiamo.”
La donna dai capelli castani sembra rapita da quel discorso. Ha troppa paura per continuare a parlare e troppa paura per non farlo.
“Sappiamo che qualunque cosa accada, qualunque esperienza sopraggiunga…noi l’affronteremo insieme.”
La donna dai capelli neri a questo punto volge per un ultima volta lo sguardo verso il mare.
Lei ha parlato. Ora è il turno della sua amica. Sa benissimo che ha qualcosa da dire. Lei lo sa e basta, non c’è alcun bisogno di parlarsi ormai. Si conoscono troppo bene.
“Il passato non si cambia. Forse è per questo che ci troviamo su questa nave. Non abbiamo una meta, non vediamo un approdo. Tutto sembra così immenso e confuso…”
La ragazza dai capelli neri ora guarda intensamente l’orizzonte.
E’ vero. Non riesce a vedere nulla di fronte a sé. Solo l’acqua che le circonda.
“Ma io so una cosa. Abbiamo faticato tanto per arrivare dove siamo. Abbiamo costruito questo momento pezzo per pezzo. Come un magnifico puzzle.”
Fa una breve pausa, quasi cercando l’ispirazione nei rumori che la circondano e nel vento che le smuove i capelli.
“Il puzzle non è ancora finito. Non siamo nemmeno a metà del nostro cammino. Siamo solo alla svolta.”
“Esattamente.” Risponde la ragazza dai capelli neri.
“Abbiamo scritto dei nomi sulla sabbia. Il mio è ancora integro. Il tuo purtroppo si sta cancellando. Il mare sta lentamente distruggendo il ricordo di quel nome. Il mare è la rinascita. Il mare è la vita che ti attende, ed è qui davanti a te.”
“Esattamente.”
“E hai ragione quando dici che noi due sappiamo bene una cosa.”
La ragazza dai capelli neri si volta verso l’amica e la guarda sognante.
“Noi affronteremo tutto questo insieme. Andremo avanti insieme. E finalmente tutto il mare sparirà e vedremo l’approdo. Forse non sarà quello dei nostri sogni o ciò che desideravamo da bambine. Ma sarà la vita che ci sapremo costruire. Sarà una vita bella e felice. Sarà un sogno che si trasforma in realtà, qualunque sogno esso sia.”
“Come facciamo a sapere che finirà bene?”
“Lo so…” risponde la donna dai capelli castani.

Passano i minuti. Passano le ore. Eppure la notte è sempre più scura e il mare sembra non voler mai abbandonare la loro vista. Pensano ancora le due donne. Loro sentono, loro respirano, loro ricordano, loro vivono.
La ragazza coi capelli neri pensa a ciò che l’amica le ha detto. Pensa con tutta se stessa ad un momento fondamentale della sua vita. Pensa a quando loro due si sono conosciute.
Pensa a quanto fosse tutto così semplice, quando erano bambine. Pensa a quanto si sentisse protetta e al sicuro quando non esisteva nient’altro che la loro amicizia. Erano solo loro due.
Le chiamavano anima e corpo, le chiamavano Blacky and Blue, le chiamavano le due gemelle.
Esistevano solo loro due e i loro sogni. I loro amori e le loro speranze. La loro fantasia e la loro grande voglia di affrontare ciò che le attendeva.
Ma quando si cresce tutto diventa complicato e sembra che tutto debba prendere una piega indesiderata. La ragazza dai capelli neri lo sa bene. Sa quanto le cose possano crollare da un momento all’altro, anche le certezze che si hanno.
Le due ragazze sanno che la loro amicizia ha dovuto superare molte prove. Sanno che non è stata colpa di nessuno, se non del loro orgoglio. E sanno che nonostante tutto sono andate avanti e hanno continuato.
Loro sanno tutto questo.

La ragazza coi capelli neri sussurra: “Lo so anch’io…”
La ragazza coi capelli castani le rivolge un sorriso raggiante. Delle lacrime ora scendono lungo il suo naso, raggiungono le sue labbra. E la donna pensa che sanno essere più salate dell’acqua del mare.
La ragazza dai capelli neri la abbraccia e le dice: “So che andrà tutto bene. Ci sei tu con me.”
E lo pensa davvero mentre la stringe e le sussurra che le vuole bene. Non l’ha mai fatto prima. Ma ora forse è arrivato il momento di chiarire quanto siano veramente legate.

Si stringono forte le mani e si sorridono. Entrambe pensano che forse avevano bisogno di dirsi apertamente quanto si vogliono bene. Ed ora il loro viaggio può continuare.

E non è un miraggio quella terra che vedono apparire in lontananza. E’ quasi una terra promessa, l’India di Colombo, la Luna di Armstrong. E’ un luogo magico e misterioso che tutti chiamano Futuro.
E le due ragazze, donne, amiche sanno che lo raggiungeranno. Insieme.

Il bambino maldestro non è tornato a casa. E’ ancora lì sulla riva, ad aspettare. Uno dei due nomi ormai si è cancellato per sempre. L’altro rimane indelebile. Il mare per ora non l’ha scalfito, non è riuscito a raggiungerlo.

Il piccolo sorride e pensa a coloro che hanno segnato quei nomi sulla sabbia. Sa che probabilmente non vedrà mai gli autori, sa che probabilmente non potrà mai dire: “Io so chi è stato!”.

Ma sa anche che potrà definirsi come un personaggio delle vite di quelle persone. Sa che anche loro hanno pensato a lui, per una frazione di secondo. E ha anche il presentimento che si tratti di due magnifiche donne, che vorrebbe aver conosciuto nella sua esistenza.
Una voce lo chiama da lontano. Il bambino maldestro si alza in piedi sorridendo e corre velocemente da verso di essa.
“Mamma…Cosa significa quando ci sono dei nomi scritti sulla sabbia?”
La donna sorride e pensa fortemente a quando lo ha fatto anche lei.
“Che delle persone li hanno scritti…per dimenticare.”
“E ci riescono se si cancellano?”
La donna prende il braccio il bambino e gli dà un bacio sulla fronte.
“Penso di sì, Shree.”
Il bambino sorride e prende la mamma per mano, muovendosi insieme a lei verso casa. Non sa bene perché ma si sente felice. Come se sapesse di far parte di qualcosa di molto importante.
La madre, dal canto suo, non può smettere di pensare a quei nomi sulla sabbia. Pensa di sapere quali fossero. E sa anche uno di essi si è cancellato, l’altro invece no.
“Mamma, quando vengono la zia Rossy e Asia a trovarci?”
“Molto presto piccolo mio.”
“Come lo sai?”
La donna dai capelli neri sorride.
“Lo so.”

1 interventi:

Anonimo ha detto...

Grazie di tutto... nonostante la distanza e i diverbi, ti voglio davvero bene.