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venerdì 30 novembre 2007

Cronaca di quattro giorni: DUE

Passiamo ora a narrare la vacanza vera e propria...In questo post parliamo del SECONDO GIORNO.

Prima di avventurarci per Parigi ricordiamo le due fermate che avevamo vicino all'albergo (tre minuti di numero a piedi) Place de Clichy e Rome.
Ma noi abbiamo usato sempre la prima, anche perchè centro di unione di due linee diverse. Una volta arrivati lì il primo giorno è stato il momento di fare l'abbonamento per tre giorni. Si tratta di Paris Passe, che consente di viaggiare su tutte le linee (pullman, metro, treno) nella città per tre giorni al costo (assurdo) di 19 euro a testa. Dopo aver tribolato un po' con la macchinetta riusciamo finalmente a far stampare i bigliettini e iniziamo a girare. Il nervoso di Mauro è salito per la storia dei tickets, aumenta anche di più quando sbaglia a osservare la mappa della metro (non è ancora abituato;-)) e così arriviamo in una stazione dove partirebbe un trenino per il museo, ma solo dopo mezz'ora. Così decidiamo di arrivarci con la metro. Alla fine arriviamo a Solferino e finalmente eccoci alla prima meta della nostra vacanza: il Musée d'Orsay.


Siamo lì alle nove, ma il museo apre alle 9.30! Così eccoci ad aspettare fuori dal museo, non mi era mai capitato di arrivare prima dell'orario di apertura!
In ogni caso alle dieci, presi i biglietti e sistemato tutto, siamo dentro.
E' bello come me lo ricordavo. E la cosa straordinaria e che all'orario di apertura è ancora più bello, perchè non c'è quasi nessuno. Ci ritroviamo a girare le stanze praticamente da soli e è davvero una sensazione magica.



Chi di voi ci è stato ricorderà che all'ingresso c'è una zona centrale con una miriade di statue (più o meno inutili) che si affacciano poi sulle stanze laterali. Di fatto la parte più interessante del museo è al livello 5, quello dell'Impressionismo.
E così dopo un rapido giro nelle altre zone è lì che ci apprestiamo ad andare, e lì che si accalca la maggior parte della gente.
Davvero non ricordavo quanto potesse essere bello ammirare da vicino i tocchi e le pennellate di Van Gogh. E' emozionante come la prima volta che ci sono stata...









Un elenco dei quadri visti (se cliccate su ogni link vedrete il quadro):
MONET: Femme à l'ombrelle tournée vers la droite, Le bassin aux nymphéas, harmonie rose, La gare Saint-Lazare, La cathédrale de Rouen, Essai de figure en plein-air : Femme à l'ombrelle tournée vers la gauche, Le bassin aux nymphéas, harmonie verte (di cui ho comprato la stampa a Lidia), Nymphéas bleus, Coquelicots...
VAN GOGH: Portrait de l'artiste, La nuit étoilée, Le docteur Paul Gachet, La chambre de Van Gogh à Arles, L'église d'Auvers-sur-Oise, vue du chevet...
RENOIR: Bal du moulin de la Galette, Jeunes filles au piano...

Insomma non posso elencarle tutte...Ma sono delle opere d'arte talmente celebri ed immortali, che non posso fare a meno di commuovermi nel pensare di avere avuto la fortuna di vederle.
Qui sotto invece una serie di foto fatte da noi:















Una volta usciti dal museo facciamo tappa alla stupenda Notre-Dame.


Purtroppo inizia a piovere, quindi stiamo gran poco sul mitico selciato ("Ah tutto il sangue versato per voi sul pavé, di Notre-Dame...") e ci rintaniamo dentro la chiesa come tutti. Il giro non dura moltissimo, il tempo di vedere i rosoni vetrati e le finestre colorate, che inizia messa.utto il sangue
Così io e Mauro sgattaioliamo fuori. Fortunatamente ha anche smesso di piovere forte, così facciamo il giro di rito nella zona posteriore della cattedrale.
Ogni luogo che ho visitato in questo weekend è di fatto un rimando alla bellissima gita di quarta, vissuta con Valeria, Shipu e Alberto fondamentalmente. Quindi anche rivedere il parco dietro la chiesa e la zona vicina colma di negozietti, mi fa venire un bel sorriso sincero sulle labbra...










Andiamo poi avanti a piedi fino a raggiungere il Pantheon:





e la Sorbonne.
Vista la stanchezza accumulata e la fame che incombe, iniziamo a cercare un posto in cui mangiare. E lo troviamo in un simil-mecco, dove mangiamo il classico menù con hamburger, patatine e coca-cola. L'unica differenza è che invece di chiamarsi Big Mac si chiama Supreme Cheese!

L'idea è di muoverci verso il Quartiere Latino, e così eccoci a

St. Germain des Prés




Qui facciamo una rapida carrellata dei café parigini Le deux Magots e Café de Flore).














Visto che la zona è questa, da bravi amanti di Dan Brown pensiamo sia il momento ideale per cercare il mitico "Cammino della Rosa" e la chiesa di St. Sulpice. Non ci aspetteremmo mai di vederla praticamente tutta in restauro (forse grazie ai soldi dati per i diritti dal Codice da Vinci!) e di fatto completamente diversa da come la si può vedere nel film.
Senza contare che non abbiamo visto da nessuna parte inciso il cammino!!
Ma facciamo finta di niente, e andiamo avanti!







A piedi ci muoviamo verso il Centre G. Pompidou, che stuzzica non poco l'appetito artistico del mio ingegnere. Credo sia una delle cose che più gli sono piaciute di Parigi...
Di fatto è una costruzione davvero originale e la zona esterna è molto accogliente. Entriamo a fare un giretto e evitiamo di entrare al museo, ma facciamo tappa al negozio. Lì trovo due stampe bellissime che da un po' volevo: il Bacio di Doisneau e Ménilmontant di Willy Ronis.

Ultima fatica prima di una meritata sosta è l'arrivo alla zona Opéra e Lafayette.
Il mio grande sogno di entrare almeno nell'atrio è subito rotto dall'evidente problema che è in restauro e non potrei accedere se non pagando il biglietto. Così decido di assecondare Mauro e, ancora una volta, non visito questo magnifico edificio al suo interno. Sarà per la prossima volta...

Poi facciamo una brevissima sosta alle Gallerie Lafayette, tempio del consumismo che ricorda non poco Harrods a Londra. Facciamo in tempo a vedere solo un ingresso con la zona profumi, ma la marea di gente che c'è sembra invitare ad uscire.

Così prendiamo il primo accesso disponibile e siamo fuori da lì.
Prendiamo la metro e ce ne torniamo a casa a riposare un'oretta, perché fra poco ci attende l'estremo, il magnifico, l'universale.



Al nostro risveglio siamo pronti per la grande avventura. Dato che il venerdì dopo le 18.00 l'ingresso è gratuito fino a 25 anni di età, la nostra tappa è il Louvre.
Anche in questo caso potrei fare un elenco generale di tutte le meraviglie artistiche che si trovano in questo museo. Fra le più celebri:

Amore e Psiche
La Venere di Milo
La Nike di Samotracia
La Gioconda
La morte della Vergine
La Vergine delle rocce
Il sarcofago degli sposi
La libertà che guida il popolo
Il giuramento degli Orazi
La Zattera della Medusa

E di seguito qualche foto nostra, da sottolineare la gioia di Mauro nel trovarsi di fronte alla Gioconda. Eppure vi devo confessare che quando l'ho vista mi sono davvero emozionata questa volta, stavo quasi per piangere. Non so come mai, forse perchè è pur sempre la Gioconda...











Una volta fuori dal Museo (stanchi e davvero distrutti) le gambe non reggono più. Usciamo dalla parte sbagliata e così decidiamo di andare a mangiare prima di vedere la piramide per farle qualche foto. Indovinate dove si mangia? Al mitico Mc donald's di Rue de Rivoli, quello in cui mangiammo in gita e in cui facemmo una delle nostre foto di gruppo più belle.
E' solo dopo esserci rimpinzati che torniamo alla piramide e proviamo in ogni modo a far venire bene qualche foto notturna. Questa è probabilmente una delle migliori.



La notte è giovane e noi siamo davvero stanchi. Buona notte Parigi, ci vediamo domani mattina...

Cronaca di quattro giorni: UNO

Come promesso ecco un post sui miei 4 giorni a Parigi. Mi aiuterà a ricordarmi per sempre come si sono svolti questi bellissimi giorni.

Prima di tutto la PARTENZA.
Giovedì 22 il nostro volo parte da Orio alle 20.30, quindi andiamo via da casa verso le sei insieme a Debora. Lei adora accompagnarci a prendere i voli, e questa volta si fa accompagnare anche da Virginia, dato che dopo escono insieme alle loro colleghe.
Arriviamo all'aeroporto verso le sette, dato che Virgy si fa attendere al punto di ritrovo. Lì facciamo il check-in e prendiamo qualcosa da mangiare e incontriamo Alberto.
Il gran lavoratore ha forma smagliante e capello blu/violetto che non può farmi pensare alla mitica Ninfadora Tonks.
In ogni caso, salutato Alby, è il momento di entrare nella sala di attesa dei gates. E' il passo più noioso perchè vengono fatti i controlli sui clienti. Quindi al solito: togli la cintura e l'orologio, togli la giacca e la sciarpa, metti tutto sul nastro e passa attraverso il metal detector sperando che non suoni. Mauro va via abbastanza liscio, ma da quando c'è la legge sui liquidi mi ritrovo a dover veder buttar via la mia crema alla pesca, fondamentale per il mio screpolarmi in faccia. Di fatti farò tre giorni con la pelle tutta rovinata. Vabbè.
In ogni caso siamo dentro al gate: ora di imbarco 19.45, uscita n° 10.


Aspettiamo con calma (io non proprio!) l'arrivo degli operatori di terra e al momento dell'imbarco si crea la solita fila inutile ancor prima che essi arrivino. Così ci mettiamo in coda pronti a salire sull'aereo. Ormai ho preso diversi voli per andare un po' dappertutto: Londra, Parigi, Barcellona, Roma. Se facciamo il conto a posteriori ho preso l'aereo già 14 volte! Nonostante ciò ho sviluppato una certa superstizione: ad ogni volo mi piace tenere sempre lo stesso posto, ossia la zona dell'ala sinistra. Anche questa volta mi va bene e riesco ad ottenere il posto che voglio, così al solito io sono vicino al finestrino e Mauro nel posto centrale vicino a me.


Il viaggio passa abbastanza tranquillo, qualche zona di turbolenza che come sempre mi fa sussultare e stringere la mano di Mauro al punto da distruggergliela, ma atterriamo praticamente in orario.

L'aeroporto di Beauvais è come me lo ricordavo: un capannone! Scandalosa l'uscita (ci fanno aspettare perchè non c'è abbastanza spazi e c'è un aereo atterrato poco prima di noi) e poi la coda per prendere i biglietti dell'autobus (52 € per due persone andata e ritorno! Quando la terravision a Londra costa una cosa tipo 28 sterline!).


A parte gli evidenti scandali relativi ai costi dei trasporti, ci ritroviamo a salire sul benedetto pullman che vedrà la fine della sua corsa a Porte Maillot, nella zona degli Champs Elisées.
Io e Mauro siamo tranquilli: ci vuole un'ora e un quarto per arrivare in città e proprio dove si ferma il pullman c'è la stazione della metro.
Dallo sperduto aeroporto ci ritroviamo pian piano in autostrada e poi dentro la periferia parigina, fino ad arrivare nel centro, quando iniziamo a vedere da lontano la Tour illuminata.
E' abbastanza emozionante, nonostante sia solo una baldracca (per Shi & Co n.d.r.)
Ma non abbiamo fatto i conti con la metropolitana parigina, che a quanto pare chiude a mezzanotte! Arrivando noi in città che è già mezzanotte passata, eccoci nei guai. La fermata della metro è sbarrata. Farla a piedi è impensabile a quest'ora, sarà almeno a un'ora di distanza l'albergo.
Inizia allora la disperata ricerca di un taxi...
All'inizio non riusciamo a fermarne, poi eccone uno che mi chiede in quale arrondissement dobbiamo andare e alla mia risposta (17) mi manda gentilmente a cagare.
E infine se ne ferma uno in un'altra piazzola che, vedendo che siamo solo due, ci fa salire.
Mi piace che i tassisti parigini non hanno idea di dove si trovino le vie...Quando gli dico Rue du Mont Doré me lo fa fare in spelling e lo scrive sul navigatore (siano benedetti i satelliti!) e così finalmente andiamo verso il nostro albergo.
Spendiamo stranamente poco (meno di dieci euro, ma per 5 minuti attenzione!) e ci ritroviamo nella piccola viuzza in cui si trova il nostro Hotel, l'Hotel Cabourg.

L'accoglienza finalmente è gentile: il tizio mi chiede in che lingua parlare, gli dico che il francese va più che bene. Ci dà le chiavi (stanza numero 42, numero attualmente interessante per ogni fan dei Colds che si rispetti!) e mi spiega che in mattinata dovremo pagare, ma che per ora ci lascia andare a dormire (caspita che magnanimo!).
Così prendiamo l'ascensorino ed eccoci nella nostra stanzetta, di cui metto le foto qui (anche se in realtà fatte solo in seguito):


Sistemiamo qualcosina, facciamo già un gran casino e poi, all'alba dell'una passata, è finalmente tempo di dormire!

mercoledì 21 novembre 2007

Un conto alla rovescia concluso...

Ci siamo...Sono passati questi due mesi, che a dire il vero sono volati.
Domani sera a quest'ora sarò già atterrata e mi starò dirigendo verso una delle città più romantiche del mondo.
Diciamocelo: Parigi non è fra i luoghi del mondo che amo di più.
Di sicuro se dovessi stilare un elenco sarebbe simile a questo:

Roma


Los Angeles









Che in effetti non ho ancora mai visto, ma di sicuro prima o poi visiterò...

Londra














Eppure devo ammetterlo...Ma Parigi ha un fascino tutto suo.
Una città dai mille volti, dalle molteplici facce: certi angoli ti ricordano Bergamo, altri Londra, altri Roma e addirittura alcuni Milano!
La prima volta l'abbiamo girata con la neve che le conferiva un alone di mistero invidiabile, anche se spero di essere più fortunata per questo secondo breve soggiorno.

Diciamo che questo stacco arriva nel momento ideale: sono un po' giù in questi giorni perchè i problemi familiari non mi danno tregua. Il rapporto con mio padre non è dei migliori e la mia voglia di studiare rasenta i sei piedi sotto terra.

Di conseguenza credo che allontanarmi da casa con te per qualche giorno, sia la soluzione a tutto Amore mio.

Insomma la valigia è quasi pronta, mi manca solo che tutti mi auguriate buon viaggio.




E per gli amici più intimi valgono le solite piccole raccomandazioni:
a Lidia: la collezione dei CP;
a Elena: le mie collanine e i pochi vestiti che le possono andare;
a Debby: il computer;
a Shipu: i dvd disney e tutto ciò che riguarda Blacky & Blue!



mercoledì 7 novembre 2007

Varie ed eventuali

Devo trovare la voglia di cominciare a studiare acustica. Ho esattamente 13 giorni per mettermi lì e cercare di capirci qualcosa, sperando di andare là e trovare Cingolani in giornata buona.
Potrei cercare di cavarmela e agguantare un voto fra il 18 e il 23, per questo devo provare a fare l'esame. Non voglio portarmelo dietro fino all'anno prossimo sapendo che tanto non avrò mai voglia di studiare seriamente...

Poi avanza italiano, che dovrei dare una ventina di giorni dopo acustica, ma che so già non ce la farò a preparare se voglio iniziare a studiare per quelli di quest'anno...

Mah...

Comunque a parte i problemi di studio sono felice in questo periodo.
Le cose vanno bene in amore, in amicizia, in famiglia...L'unico neo è la mia attuale povertà, nel senso che ho meno di 50 euro sul conto in banca e meno di 50 euro sulla post-epay, di conseguenza sono gravemente al verde.
Domani devo pagare l'abbonamento per novembre, di conseguenza altri 17 euro svaniranno dal mio conto in banca...Fate un po' voi i conti.

Però a volte è vero che i soldi non sono tutto nella vita. Sperando nell'arrivo della tanto agognata borsa di studio, che mi permetterebbe di avere un qualche centinaio di euro sul mio conto per dicembre, posso sentirmi soddisfatta di come vanno le cose.

La ferita estiva della morte di mia nonna piano piano si sta rimarginando. Entrare nei cimiteri mi fa ancora troppo male, non credo sarò in grado di andarla a trovare ancora per un po'.
Però grazie all'amore di Mauro, della mia famiglia e dei miei amici, tutto mi sembra girare in modo positivo.



Senza contare che presto (ossia 15 giorni, come potete leggere nei miei miliardi di conti alla rovescia) Mauro ed io saremo di nuovo in viaggio.
Questa volta verso Parigi...Mi manca molto viaggiare, in fondo è da giugno che non mi muovo di casa. E' una passione che io e te abbiamo in comune, My Love, e infatti sono felicissima che possiamo condividerla.

Come ci insegna Cars, "L'importante non è arrivare, il bello è viaggiare".
Ed è proprio vero: dà una sensazione adrenalinica preparare le valigie, l'attesa del volo, sorvolare l'Europa, prendere il pullman per raggiungere il centro...
E' veramente straOrdinario, come direbbe mio padre.

Ed ora vi lascio, vedo se riesco - finalmente - a dedicarmi ad acustica.

See ya

martedì 6 novembre 2007

110 e lode

Questo giorno è arrivato anche per lei.
Tutti in piedi e battiamo le mani per la nuova dottoressa in scienze dell'educazione.


Sei stata FANTASTICA, sorellona.

Sono fiera di te...

giovedì 1 novembre 2007

L'amore non ha età

La domenica mattina è un giorno noioso.
Mi devo alzare presto per andare a Monza con mio padre.

Ovviamente non tutti voi sapete come mai, ma non è questo l'argomento del post di oggi.
Quando arriviamo lì ci ritroviamo in una casa calda ed accogliente, aperta a chiunque abbia un cuore "di fanciullo".

In quella casa, al sesto piano di un palazzone monzese, vivono due vecchietti di nome Ezio e Fernanda.
Hanno dieci anni di differenza, lui va per i 100 ormai.
Lei invece va per la novantina.

Sono ormai notevolmente acciaccati dalla vecchiaia. Fernanda sente molto il dolore alle ossa, Ezio non ci sente praticamente più da anni.

E' un dolce anziano che mi dà sempre le caramelle prima che me ne vada, per cui amo prendere appunti e scrivere tutto quello che non può più ascoltare con le sue orecchie.

E' un genio: ha scritto libri e libri sui mulini e sulla macinazione dei cereali, è colto e istruito.
Per certi versi mi ha sempre ricordato mio nonno Fabio.

Come sapete ho perso i miei nonni ad un'età relativamente giovane: a 15 anni non avevo che una nonna, la mia dolce nonnina che ci ha lasciato quest'estate.
Ezio per me è sempre stato un vice-nonno, un uomo che mi ha fatto sentire il calore degli anziani pechè ha sempre provato per me un amore sincero.

E' così tenero, con il suo sgambettare lento e cadenzato, con la sua voce corrosa e i suoi occhialoni spessi e pesanti.
Gli voglio bene.

L'altro giorno, domenica, tutto è proceduto come tante volte. Ma una cosa mi ha stupito molto, un piccolo gesto che mi ha fatto pensare.

Poco prima che ce ne andassimo, Fernanda era ancora seduta in sala. Poverina, forse non riusciva ad alzarsi. Ezio le si è avvicinato mentre noi eravamo tutti in corridoio e le ha parlato.
Lei sorrideva e lui, con tutta la calma del caso, ha piegato la sua fragile schiena e le ha dato un bacio.

Non so dirvi perchè ma questo piccolo bacio ha significato per me molto di più di qualunque altro bacio io abbia mai visto.
Mi ha fatto capire che l'Amore è davvero tutto ciò che abbiamo nella nostra vita.
Non ci rimarrà molto quando saremo vecchi, se non i ricordi del nostro passato e l'amore della nostra vita al fianco.

Guardandoli non posso far altro che sperare di essere così fortunata e di vivere tutta una vita con l'uomo che amo. Di arrivare a 100 anni e rendermi conto di aver

veramente vissuto.